I luoghi di "L'altra anima della città" - Firenze

18.04.2021

ALLA SCOPERTA DELLA CITTA' DI FRANCESCA CAPPELLI

"L'altra anima della città" è la storia di un'eredità: quella ricevuta dal giovane Elia, un liceale a pochi passi dal diploma e dal futuro, che si ritrova addosso il pesante ruolo di custode dei ricordi di una città e della sua versione in tutti i mondi esistenti. Un'eredità che di solito viene passata con cura a qualcuno preparato ad accoglierla, mentre nel caso di Elia è un vero e proprio trauma. 

Il ragazzo diventa suo malgrado una Memoria di Firenze, una persona capace di viaggiare tra i confini dei mondi e di portare dentro di sé tutti i ricordi dei luoghi. Non è un'eredità facile e gli ci vorrà tempo per capirla e accettarla pienamente. Nel suo percorso ci saranno incontri di ogni tipo, mentre un nemico della città e del suo spirito libero e aperto cerca di accentrare su di sé il dono del viaggio dimensionale, minacciando lo stesso Elia e tutti coloro che concorrono al bene della città.

Ma c'è anche un'altra eredità, tra le righe: quella della città stessa, che parla a tutti, racconta le proprie storie e chiede che ciascuno continui a ricordare, a trasmettere, a immaginare nuovi futuri.

La città raccontata nel romanzo è quella "reale", ma ce ne sono altre. Il protagonista può infatti viaggiare tra le varie versioni alternative di Firenze, esistenti in altrettanti universi. L'equilibrio delle città è fondamentale, perché i mondi sono vicini e ciò che succede da una parte potrebbe influenzare un'altra.

Così, oltre alla città come la conosciamo, insieme al giovane Elia potremo vedere frammenti di altre Firenze: una medievale-steampunk, una gotica e oscura, una dai toni seppia di una foto ottocentesca, una futuristica e così via.

Gli incontri sovrannaturali del protagonista, le cacce al tesoro e le bizzarrie cittadine sono ispirati tutti a leggende, aneddoti o fatti reali. Così come vengono citati luoghi e opere d'arte significativi della città. C'è anche un omaggio alla gloriosa storia letteraria della città, con un fantasma che ogni tanto parla in versi e regala terzine dantesche, sonetti e madrigali.

Soprattutto c'è il tentativo di far cogliere lo spirito geniale e irriverente, a tratti sospettoso e superbo, altre volte aperto e generoso, della città così come l'ho vissuta io e come me l'hanno raccontata amici, familiari, professori, scrittori e artisti di ogni tipo.