I personaggi di "La meccanica delle vite possibili"
LA SCRITTRICE MARIA PIA MICHELINI PRESENTA IL SUO ROMANZO
Oggi vi presentiamo i personaggi del romanzo "La meccanica delle vite possibili", scritto da Maria Pia Michelini.
LILLY (Eulalia, la protagonista del romanzo):
MECCANICA: scienza che studia il moto e l'equilibrio dei corpi.
È lei: indipendenza della mente e dell'animo, schiettezza e forza che muove le vite degli altri, riassettando equilibri instabili, mentre si lascia amare per tener salda la sua.
ADAM
L'immediatezza di una mente semplice e un animo rimasto pulito e infantile.
Fratello maggiore di Lilly, frenato dalle prove di maternità di una madre inadeguata, è il primo a cogliere l'unicità della sorella ripiombata nella sua vita e l'opportunità che lei gli offre per realizzare pienamente i suoi talenti.
MARTHA
La dignità e l'umanità in un corpo ormai anziano, venduto da sempre ai piaceri e alle solitudini di uomini di passaggio.
Una "madre" di esistenze raccattate e rimesse in piedi in quell'unico mondo che conosceva.
Martha aveva capito al volo l'indole di Lilly. Quella ragazza era un pezzo avanti, anche se vittima di situazioni avverse che aveva ancora addosso.
La morte improvvisa e incompresa di Peter, l'incidente che aveva portato via in un attimo suo padre e la sua donna, erano state svolte immediate che avrebbero potuto farla sbandare e crollare definitivamente, come quelle curve a gancio che non ti aspetti e che sanno mandarti all'altro mondo all'improvviso.
Ma di sicuro Lilly era una che sapeva reggersi in piedi, cocciuta come un mulo, decisa a guardare avanti senza ascoltare i dubbi e la paura. D'altronde, non aveva mai avuto grosse alternative, non poteva permettersi di fermarsi, di appoggiarsi a qualcuno, di affondare nello scoraggiamento. Non ne aveva il tempo.
Le leggi della meccanica la organizzavano anche nella vita. Per questo non se ne era mai voluto discostare, cedendo a stili di vita lontani dal suo. La birreria non c'entrava niente con la meccanica, ma la faceva vivere prevalentemente tra menti maschili, fatte di praticità e analisi, di schemi precisi e poche fantasie. Non importava poi se i singoli individui si annebbiavano nell'alcool, riuscivano bene o male a tirarsene fuori e rialzarsi, a lavorare, a produrre, a portare a casa due spiccioli per la pagnotta. Con le mogli che si ritrovavano, avevano poco da sgarrare.
Dall'altra, la clientela delle officine di suo padre, e dei casinò, le regalava la convinzione che si può sempre mirare alto e con le giuste mosse si possono raggiungere vette impensate.
«Lilly, ricordatelo sempre, piantati nella testa queste parole: non discostare mai la mira dalla meta. Se vuoi raggiungere un obiettivo, guardalo dritto negli occhi. Tutto il resto, attraversalo piano, non calpestarlo, non rovinarlo. Ma tu procedi. Non ti fermare e arriva dove hai deciso di arrivare».