Leggende d'Italia: le Alpi Apuane

23.06.2020

SCOPRIAMO LE STORIE DEL FOLCLORE TOSCANO!

Oggi vi portiamo sulle Alpi Apuane, questa magnifica catena montuosa nel nord della Toscana, in compagnia delle creature fantastiche che le popolano. Le Apuane (o "Montagne della luna", come le definisce Alessio Del Debbio nei suoi racconti) sono ricche di storie e leggende popolari, spesso diverse da un paese all'altro, come se ogni località le avesse fatte sue, aggiungendo un tocco originale. Forse, anche questa personalizzazione è la forza magica delle leggende.

Vediamone alcune:

MANDRAGOLA SUL MONTE PROCINTO:

La mandragola è una pianta che gli appassionati di letteratura fantastica conoscono sicuramente; è citata in molti libri, ad esempio nella saga di Harry Potter, e in serie tv (chi ha visto Merlin?) e non ha bisogno di spiegazioni.  A volte è possibile trovarla scritta come "mandragora".

Compare nel racconto "La donna di fuoco", di Alessio Del Debbio (inserito in "L'ora del diavolo"), quando la Busdraga si reca sul Monte Procinto per estrarne una radice, per utilizzarla per un rito particolare. Infatti è particolarmente diffusa sulla cima di questo monte delle Apuane meridionali. 

Come ricorda il prof. Paolo Fantozzi nel volume "Storie e leggende della Versilia": "per potere avere inalterate le proprietà di questa pianta, è necessario asportare interamente la radice che ha l'aspetto di un corpo umano. Quando si estrae questa pianta da terra, al chiaro di luna, si sentono grida strazianti, paurose, così forti da impressionare una persona e portarla alla morte per spavento. Chi però riesce in questa impresa e la conserva bene, avendo cura di rinnovare a ogni luna il panno che la racchiude, ne ricaverà numerosi benefici". Il panno deve essere di lino bianco e rosso.

Anche la band "Joe Natta e le Leggende Lucchesi" cantano questa leggenda del folclore lucchese!

L'OMBRA DI FUMO:

Secondo una leggenda, lungo il sentiero che da Minazzana conduce a Basati (siamo sempre nelle Alpi Apuane meridionali), presso una marginetta si staglia una nuvola di fumo dall'aspetto vagamente umano. Non è cattiva, forse è una povera anima che non ha ancora trovato la via per il paradiso. Si muove avanti e indietro lungo il sentiero, sempre vicino alla marginetta.

La leggenda compare nel racconto "Le fate di pioggia", di Alessio Del Debbio (inserito nell'antologia "L'ora del diavolo"), in cui Fabio, il protagonista, si imbatte in un'ombra di fumo dalle sembianze della madre. In questo caso l'ombra rappresenta la proiezione delle paure del protagonista, che non vuole perdere coloro che ha caro.

LA MANO NERA NEL POZZO:

Questa è probabile sia una leggenda tipica non soltanto delle Apuane. Si racconta che i bimbi non debbano affacciarsi ai pozzi perché una mano nero potrebbe afferrarli e trascinarli giù (è uno spauracchio per evitare che ci cadano dentro!).

Alessio Del Debbio inserisce la leggenda in "Le fate di pioggia" (antologia "L'ora del diavolo") e in "Il tesoro del castello", inserito nell'antologia "Quando Betta filava". Attenzione ad affacciarsi ai pozzi!

LA DANZA DEGLI SCHELETRI:

Questa leggenda spettrale ha ispirato il racconto "Le voci alla Balza" (inserito in "L'ora del diavolo"). Pare che sopra Camaiore, in località La Balza, vi sia una casa diroccata: la gente cerca di evitare di passarci la notte, poiché pare che all'interno succedano cose strane e vi si verificano singolari apparizioni. Si sentono musiche spettrali, vi sono scheletri che danzano, ma di giorno in realtà non si vede niente, soltanto la notte "ci si vede".

IMPRONTE DEL DIAVOLO:

Impossibile enumerarle tutte. In molti paesini delle Alpi Apuane vi sono delle rocce, delle pietre, dei punti in cui, secondo la leggenda, il diavolo avrebbe lasciato la sua impronta. Ad esempio in una valle fra il monte Carchio e il monte Folgorito; opure in una roccia presso Colle Asinaio; alla località Ciampaccia, presso il paese di Focola.

Questa leggenda viene ripresa in vari racconti, ad esempio in "Il mercante di sogni" o "La donna di fuoco".

STRAPIOMBO INFERNALE DEL MONTE NONA:

Il Monte Nona (delle Apuane meridionali) ha una parete a strapiombo, davvero impressionante, al punto che è nata la leggenda per cui si ritiene che sia stato il diavolo a crearla. 

E' una delle ambientazioni del racconto "Le fate di pioggia", quando Fabio si ritrova in cima al Monte Nona, a un passo dallo strapiombo infernale.