Leggende d'Italia: Il gatto nero

16.02.2022

FESTEGGIAMO LA GIORNATA INTERNAZIONALE DEL GATTO

I gatti sono creature che da sempre popolano miti e leggende, basta pensare agli Egizi così come il famoso gatto gigante Jólakötturinn della gigantessa Gryla, presente nelle storie islandesi. Ma uno tra tutti ha sempre suscitato fascino e mistero: il gatto nero.

Queste piccole pantere sono sempre state colpite da una discriminazione senza precedente, fino a diventare simbolo di sfortuna. Ma perché tale associazione?

Il tutto sembra essere riconducibile al medioevo, in particolare alla bolla papale di Papa Gregorio IX che, a differenza del suo predecessore noto gattofilo, dimostrò tutto il suo disprezzo per il piccolo felino, associandolo ai sabba delle streghe. Nonostante ciò, non incitò mai i suoi fedeli a sterminare i gatti.

Vi era questo strano dualismo: da una parte i gatti erano benvoluti nei monasteri, poiché cacciavano i parassiti, ma al contempo erano mal visti per la loro natura schiva e notturna e i gatti neri erano coloro che più di tutti si attiravano le ire degli umani.

Oltre ad essere associati a streghe e demoni, divennero l'incarnazione della sfortuna, tanto di avere la possibilità di incanalare iella attraversando il cammino di qualche passante.

Sebbene ci siano alcune persone che ancora adesso credono a questa superstizione, i gatti neri oggigiorno sono accettati dalla maggior parte di noi, fedeli e affettuosi compagni di vita e coccole. Perfino lo Zecchino d'oro compose una canzone dove la/il bambino/a protagonista preferiva un gatto nero a uno bianco.

Questa storia di superstizione, ovviamente, avveniva più nell'Europa Medioevale, nel mondo Islamico i gatti erano ben accettati, considerati degli animali puri. Forse ciò è dovuto a due fattori: la predilezione che Maometto aveva per i simpatici felini così come il fatto che nell'Africa settentrionale e nel Medio Oriente ci sono sempre state divinità associate ai felini, in particolare leoni e gatti.

Il racconto "Il gatto nero", di Debora Parisi, dell'antologia "Streghe d'Italia" trae origine da una leggenda di Velo Veronese dove una strega assumeva tale forma per tormentare il sonno di una bambina. Il padre, per difendere la piccola, tagliò una zampa al gatto, facendolo fuggire. Qualche giorno dopo, la famiglia scoprì con orrore che una loro vecchia parente aveva perso una mano...

Nel racconto, il gatto è l'emanazione di una strega pericolosa, una smara, che nelle leggende bellunesi può uccidere nel sonno. Ho pensato che fosse perfetta per una creatura che tormenta i sogni di una bambina. Come nella leggenda, qui il gatto incarna i pericoli della notte, nel momento in cui siamo più vulnerabili. Nonostante ciò, non è un personaggio totalmente negativo, ma le sue scelte lo hanno condotto sulla cattiva strada. Considero la strega una figura tragica, segnata da una lunga sofferenza che l'hanno portata a compiere decisioni discutibili.

Inoltre il gatto è l'animale magico per eccellenza e ho pensato che meritasse un ruolo importante.

Nonostante la diffidenza, i gatti sono protagonisti di svariate leggende e dicerie in Italia. 

La Puglia è una terra ricca di storie riguardanti questi piccoli felini: ci sono le gatte masciare, streghe in grado di tramutarsi in gatte, cugine delle streghe liguri di Ellera, anch'esse mutaforma. C'è il Gatto Mammone, re dei gatti, e perfino una fiaba raccolta da Italo Calvino narra di una bambina che riceve fortuna e ricchezze per aver aiutato una mamma gatta con le faccende di casa. Varianti del Gatto Mammone sono presenti un po' in tutta Italia, dalla Gata Carogna lombarda al Gatto Puzzu abruzzese. In Piemonte c'è il Gat Pitois, un gatto magico probabilmente ispirato al gatto selvatico. In Sardegna c'è il Martiperra, un demone che assume le sembianze del piccolo felino dal pelo nero. Tale creatura è legata al Martedì Grasso (Marti Perra) e si narra abbia il compito di vigilare sui festeggianti.

Il Gatto Mammone è una figura davvero particolare e con una natura ambivalente: è temuto dalla gente per i suoi poteri e le sue dimensioni gigantesche, ma è capace anche di grande generosità verso coloro che sono gentili con lui. Guarda caso, spesso è raffigurato come un gargantuesco gatto nero!

E dato che siamo in tematica, vi consiglio alcune opere dove i gatti neri hanno un ruolo importante:

  • "Il gatto nero" di Edgar Allan Poe
  • "I delitti del gatto nero" di John Harrison, un film diviso in tre storie a tematiche horror/gotico (il secondo racconto è ispirato dal racconto di Stephen King "Il gatto del diavolo"). Qui vi è un gatto nero molto particolare che terrà testa a un sicario professionista.
  • "I gatti di Ulthar" di HP Lovecraft. Qui il gattino nero è il cataclisma che segnerà l'intera vicenda.
  • "Coraline" film ispirato al romanzo di Neil Gainman, dove il gatto nero funge da guida per la protagonista.
  • "Black Sad", fumetto di Juan Diaz Canales e Juanjo Guarnido. Narra le avventure di un gatto nero investigatore, vittima di una società razzista verso quelli come lui.

Se invece vorreste avventurarvi nelle leggende italiane, vi posso consigliare due fiabe: 

  • "Il Gatto Mammone" e
  • "La fiaba dei Gatti" (Entrambe riportate da Italo Calvino in Fiabe Italiane).

E per ultimo, vi suggerisco il "Il Detto Del Gatto Lupesco", un poemetto di 144 versi dove si narrano le (dis)avventure di questo gatto cavaliere errante e dei personaggi mitologici che incontra (come i cavalieri di re Artù).

Che dire, l'Italia è una terra di gatti!

(Articolo di Debora Parisi)