Intervista allo scrittore Marco Bertoli

19.11.2023

CONOSCIAMO L'AUTORE DI "BRONZO ASSASSINO"

Bentornato, Marco Bertoli.

Una brevissima presentazione per chi ancora non ti dovesse conoscere.

Ciao a tutte e tutti. Sono un geologo in pensione; nato lombardo per caso e diventato pisano per adozione, pronuncio la consonante "esse" alla romagnola. Per caso perché i miei genitori lunigianesi (da parte di madre discendo dai Malaspina, marchesi di quelle terre) si erano trasferiti a Brescia per lavoro. D'adozione poiché venni a Pisa per frequentare l'Università e non me ne sono più andato. L'inflessione, infine, deriva dall'infanzia e dall'adolescenza vissute a Cesena.

Sono sposato con Anna, anche lei geologa, da quarantadue anni, ho due figlie, Debora, la maggiore, e Serena, e una nipotina, Isabella.

Nel tempo libero mi divido fra lettura, wargame da tavolo, videogiochi RPG (meglio se JRPG e sempre in coppia con la moglie!) e scrittura.


Adesso che sei in pensione, riesci a dedicare alla scrittura il tempo che vorresti?

Mi piacerebbe, tuttavia, per quanto abbia il sapore di un paradosso, non è così. Alla libertà conseguita dal non dovere più timbrare il cartellino e lavorare in un laboratorio, infatti, è corrisposto un uguale aumento degli impegni e dei carichi familiari. Insomma, per usare un'espressione toscana, "poggio e buca fanno pari". Diciamo, semmai, che da pensionato ho più possibilità di scegliere gli orari in cui scrivere.

Oltre che romanziere, sei anche autore di centinaia di racconti. Quali sono le potenzialità, secondo te, della narrazione breve?

Ritengo che cimentarsi nella forma narrativa del racconto sia una palestra fondamentale per cercare di acquisire quello che Andrea G. Pinketts definiva "Il senso della frase", cioè "il sesso, il suono e il significato della medesima". In altre parole "il punto di arrivo del concetto espresso quando la frase è ancora nell'utero". 

A differenza del romanzo, infatti, il racconto concede all'autore uno spazio ristretto di battute, quindi lo obbliga a utilizzare il numero essenziale di termini per esprimere il proprio pensiero in maniera efficace, eliminando fronzoli e abbellimenti che spezzino il ritmo. Non sono concesse pause, sproloqui o descrizioni oltre il minimo occorrente a creare ambiente e atmosfera. Avete presente "In Vendita: Scarpe Bimbo, mai usate"?

Parliamo del libro che hai pubblicato con NPS Edizioni: "Bronzo assassino. Intrighi a Sparta". Qual è la sua storia? Come è nata l'idea?

Il germe del romanzo è scaturito dall'unione di un paio delle mie caratteristiche di scrittore. La prima consiste nel fatto che mi diverte vestire dei panni dell'investigatore personaggi che nella realtà, concreta o fittizia, si sono occupati di ben altro. 

Tanto per dirne qualcuno, ho costretto a indagare su casi di omicidio Dante, Carducci, D'Annunzio e persino Leopardi!

Un bel giorno mi è venuta in testa l'idea di prendere Ettore, l'eroe, e di scaraventarlo in una situazione in cui non sarebbe servito il suo coraggio bensì l'acume per salvare il fratello e il cugino dall'accusa di essere degli assassini e dalla condanna a morte in terra straniera. 

La seconda è che sono affascinato dal ribaltare situazioni o comportamenti dati per scontato. Spesso si sente affermare che lo scrittore ha l'onnipotenza di Dio nel manipolare creature e avvenimenti, perciò perché non approfittarne? Nel caso specifico, ho preso Elena e Paride e ho rovesciato le immagini tramandateci da Omero. La donna e l'uomo più belli del mondo non sono legati da un'attrazione reciproca bensì dall'essere entrambi vittime perché imprigionate in una finzione di affettività che è contraria alla loro natura.

Dal romanzo traspare un grande amore per la storia, in particolare per l'Antichità, ampio periodo storico a cui hai dedicato vari romanzi. Cosa ti affascina di questa particolare età dell'uomo?

Ammetto di suonare generico, però l'unica risposta che posso dare è: tutto! Spiegarne i motivi è complicato. C'è a chi piace l'estate e chi, invece, predilige l'inverno; chi ama passeggiare lungo un sentiero di montagna e chi trova rilassante il chiasso di una spiaggia. Io adoro l'Età del Bronzo nel bacino del Mediterraneo. 

Forse da bambino, al pari di Heinrich Schliemann, ho visto qualche illustrazione di Troia o di Micene e ne sono rimasto colpito. Ipotesi a parte, sono convinto che conoscere il passato serva per capire il presente e le cause profonde di determinate attualità. 

Rispetto a quell'epoca la tecnologia ci ha aperto strade inimmaginabili, ma le emozioni e i sentimenti che ci spingono ad agire non sono cambiati per nulla.

Nel romanzo "Bronzo assassino" ti sei divertito a giocare con la storia, ma anche con il mito, dato che molti personaggi arrivano dall'Iliade e dai poemi epici, come Ettore, Paride e Menelao.

Credo di avere già spiegato a sufficienza il perché di questa scelta. Come postilla, aggiungo che le radici della mitologia classica greca che conosciamo affondano diritte nella Civiltà Micenea. I popoli che l'hanno prima distrutta e poi sostituita non si sono appropriati solo della scrittura (si guardi il Glossario alla rovescia al termine del romanzo) ma anche delle divinità, della cosmogonia e delle narrazioni orali riguardanti le vicende di uomini e donne svincolate dal tempo storico.

Hai un personaggio del mito preferito? Perché proprio lui/lei?

Si può intuire da quanto ho detto in precedenza: Ettore, l'eroe per eccellenza tanto da essere annoverato tra i Nove Prodi della cultura cavalleresca. Coniuga in se stesso l'essere un marito e padre affettuoso, un amico fedele e pronto alla baldoria con la lealtà e il coraggio del guerriero che, pur sprovvisto di poteri soprannaturali, non esita ad affrontare avversari che lo sono o godono della protezione degli dei. 

A ciò si sovrappone la tragica consapevolezza della sorte che l'attende, destino che accetta, comunque, senza esitare perché imprescindibile dal ruolo che ricopre.

Hai altri progetti in corso?

Oltre a cimentarmi, al solito, con racconti di vario genere, al momento lavoro a un romanzo Fantasy, ambientato (da non credersi!) dopo la guerra di Troia, in cui rielaboro le vicissitudini di Cassandra e le evito di essere uccisa a Micene insieme ad Agamennone.

Grazie per essere stato con noi.