Intervista a Patrizia Mazzini

12.07.2021

CONOSCIAMO L'AUTRICE DI "ANNETTA NON E' UNA BUONA FORCHETTA"

Benvenuta Patrizia Mazzini,

Parlaci un po' di te. Chi sei? Cosa fai nella vita?

Mi chiamo Patrizia e ho 65 anni. Sono nata e cresciuta a Genova. A 21 anni, dopo il matrimonio mi sono trasferita a Sestri Levante dove vivo tuttora. Ho insegnato nella scuola primaria per 42 anni con tanta passione ed entusiasmo. Sin da piccola sognavo di fare la maestra: schieravo tutte le mie bambole e con le riviste didattiche di un' amica di famiglia cominciavo a fare lezione. 

Da tre anni sono in pensione e i miei ritmi di vita sono meno frenetici Trascorro lunghi periodi nella nostra casa di campagna dove curiamo un orto e due piccoli vigneti.. Dedico molto tempo alla mia famiglia (mio marito, mia figlia, mio genero, le mie nipotine di 8 e 5 anni e Leo un cane meticcio di 9 anni) . Adoro cucinare, soprattutto primi piatti e torte salate e dolci.

Cos'è per te la scrittura? .

Scrivere ci aiuta ad esprimere le nostre emozioni.

In questo libro io racconto, ma nello stesso momento mi racconto . Scrivere questa fiaba mi ha offerto la possibilità di aprire il mio mondo interiore e parlare dei miei problemi senza "dirli".

Attraverso il linguaggio simbolico ho potuto comunque affrontarli, analizzarli e parlarne, in modo solo apparentemente meno diretto. In questa fiaba ci sono il mio passato, il mio presente e il mio futuro.

Disegni di Luciana Volante.
Disegni di Luciana Volante.

Quanto è importante, nella vita, la compagnia di un buon libro?

Io amo molto leggere e considero il libro un ottimo compagno per viaggiare nel mondo della fantasia e dell'immaginazione. Quando leggo una storia mi immedesimo nei personaggi, assaporo pagina per pagina le loro avventure e vivo intensamente le loro emozioni. Ciò mi fa prendere più consapevolezza di me stessa e capire meglio il comportamento degli altri vedendo il mondo dalla loro prospettiva.

Parliamo del libro che hai pubblicato con NPS Edizioni: "Annetta non è una buona forchetta". Qual è la sua storia? Come è nata l'idea?

Ero al seminario della scuola di counseling di Erba Sacra a Roma e stavamo parlando del potere del linguaggio metaforico della fiaba per produrre cambiamenti quando chiesi al mio formatore, il dottor Attilio Scarponi, direttore del corso, un suggerimento per invogliare a mangiare la mia nipotina Alice , inappetente e soprattutto molto selettiva nella scelta dei cibi. Mi suggerì di scrivere una fiaba. 

Di fronte alle mie perplessità circa la capacità di elaborarne una sull'argomento, mi rassicurò dicendo che avrei trovato in me le risorse necessarie per raggiungere questo obiettivo. La settimana successiva ero molto inquieta: nella mente mi balenavano tante idee ma ero bloccata davanti al foglio bianco e non scrivevo neanche una riga. Mi sentivo emotivamente coinvolta da quel mondo fantastico che si stava profilando nella mia mente. Ho ricordato le parole del mio formatore: "Pensaci senza pensarci", così ho lasciato da parte la razionalità, ho dato spazio all'inconscio e mi sono fatta trasportare dalla sua forza. Libera dal controllo della mente, la mia fiaba ha preso forma e i personaggi vita. Un giorno, all'ennesimo capriccio della mia nipotina, ho cominciato a raccontare: "C'era una volta, tanto tempo fa, in un luogo lontano, una bambina di nome Aurora..." 

Quelle parole magiche la distolsero dalle sue proteste; il mio racconto catturava sempre di più la sua attenzione e, mentre ascoltava in silenzio la fiaba, osservando i suoi occhi sognanti ebbi la certezza che fosse completamente e piacevolmente immersa in quel mondo magico dove tutto è possibile, e che si stesse identificando con la protagonista.

C'è un personaggio, del libro (o più d'uno), a cui sei particolarmente affezionata?

Sono particolarmente affezionata ad Aurora, la protagonista della storia perché mi ricorda me stessa in un periodo un po' complicato della mia vita.

E Patrizia è una buona forchetta?

C'è stato un periodo della mia vita in cui non sono stata una buona forchetta. Ho conosciuto anch'io come Aurora la fata Annetta che mi ha convinto a rifiutare il cibo; mi sono chiusa in una gabbia dorata nelle quale pensavo di essere al sicuro da tutto e tutti, ma soprattutto dalle mie emozioni.

Come Aurora ho conosciuto un "mago" , il dott. Scarponi, che mi ha aiutato con le parole magiche della Pnl e dell'ipnosi e mi ha fatto prendere coscienza del mio profondo mondo interiore per individuare i fattori che mi avevano mandato in crisi. Come Aurora ho superato prove e sfide, a volte ho abbassato la guardia ma, spronata dalle sue parole, sono ripartita e alla fine ce l'ho fatta: ho scoperto in me stessa un potenziale di risorse che non pensavo di possedere e che mi ha permesso di trovare le soluzioni per raggiungere i miei obiettivi.

Ci consigli una ricetta per l'estate?

Certamente. Vi consiglio un piatto a me particolarmente caro perché mi ricorda le estati della mia infanzia trascorse in campagna con i miei nonni: polpettone di fagiolini e patate.

Grazie per essere stata nostra ospite.