Intervista a Luciana Volante

10.05.2020

SCRIVERE RACCONTI PER RAGAZZI E' BELLO E STIMOLANTE

Benvenuta Luciana, anzi bentornata, poiché sei già stata ospite del blog.

Come ti senti? Carica per la tua nuova pubblicazione "Perla di mare"?

Ciao a tutti i lettori. Mi sento bene e sono proprio contenta di questa nuova pubblicazione! Soprattutto sono felice del risultato di questa prima edizione (spero che ce ne saranno altre, ovviamente!) e tutto questo è il prodotto di una bella collaborazione con diverse persone: editor, illustratrice, casa editrice e me.

Raccontaci qualcosa di te. Tre pregi e tre difetti.

Che domanda difficile! Non sono brava ad auto-definirmi e magari trovo più difetti che pregi (ahaha sono molto critica! Ecco il primo difetto!)

Difetti : pignola (sono del segno della Vergine e la precisione è sacra!), pigra (non amo fare troppo sport, ma lo faccio per necessità) e permalosa (se mi fai un torto me lo ricordo a vita, occhio!).

Pregi: Sensibile (sono di lacrima facile!), accomodante (cerco sempre il modo di accontentare tutti) e leale (in amicizia ma anche sul lavoro).

So che ami molto scrivere per ragazzi. Come mai? Cosa ti affascina del mondo della gioventù?

Scrivere per bambini (in seguito per ragazzi) è nato per caso durante un laboratorio di scrittura nel quale dovevamo scrivere un racconto per un concorso: è stata una piccola sfida con me stessa e per scrivere per bambini ho dovuto attingere alla mia esperienza di mamma (ho tre figlie ormai grandi) integrando con molte letture di letteratura per l'infanzia. Quello che mi affascina di più è senza dubbio la fantasia che esiste dentro il loro mondo che purtroppo si perde (o si vuol perdere) con l'età adulta.

Hai un autore preferito? E un libro che rileggeresti più e più volte?

Il mio autore preferito per la letteratura per ragazzi e senza dubbio Roald Dahl. Adoro il suo cinismo nei confronti del mondo adulto, del suo modo fantasioso di interpretare le varie situazioni e anche del suo stile semplice e diretto, ma molto acuto. Mi piacciono senza dubbio tutti i suoi libri dal più famoso "La fabbrica di cioccolato" al meno conosciuto "James e la pesca gigante", per non parlare di "Streghe" un vero spasso.

Parliamo del libro che hai pubblicato con NPS Edizioni: "Perla di mare". Come è nata questa storia?

L'ispirazione è nata da una foto: un tramonto sul mare, un adulto e un bimbo che si tengono per mano. Ho pensato che potevano essere un nonno e un bambino che di fronte al mare si tramandavano un segreto (magari un segreto magico!), l'ambientazione non poteva essere che una località di mare ("Tagea" nel storia è l'anagramma di Gaeta, località dove nella mia infanzia passavo l'estate al mare) e un tema che mi sta molto a cuore: l'inquinamento ed ecco che la protagonista si fa paladina della natura. L'avventura è una cosa che piace molto ai ragazzi!

Quali sono gli elementi che la rendono, a suo modo, originale?

Un pizzico di magia (Perla possiede il dono di parlare con gli animali), un po' di avventura, ma anche sentimenti che proviamo tutti: paura, dolore per una perdita e desiderio di riscatto. Un'amicizia che nasce e un amore per la famiglia che si riscopre e si consolida.

Cosa ne pensi delle illustrazioni di Stefania Franchi? Cosa hai provato quando hai visto rappresentati i tuoi personaggi?

Stefania è stata bravissima a dare corpo ai miei personaggi. Li ha resi vivi, mi sono piaciuti molto i colori pastello che ha usato per dare morbidezza ai disegni. Perla è come me la immaginavo: una ragazzina minuta, capace di sprigionare una forza inaspettata.

Qualche nuovo progetto?

C'è sempre un progetto nel mio cantiere! Anche più di uno! Un nuovo racconto per un'antologia in uscita e un'altra storia per ragazzi in definizione. Nel frattempo continuo a raccogliere documentazione per il progetto del romanzo - saga familiare che prima o poi comincerò a scrivere.

Grazie per essere stata con noi.

Grazie a te per l'ospitalità e vorrei lasciarvi con una citazione a me molto cara :

"É l'amore che fa durare i libri. Per favore, continua a leggere." Tratto da "Joseph Anton" scritto da Salman Rushdie.