Intervista a Laura Rizzoglio
CONOSCIAMO L'AUTRICE DI "LA MASCA"
Benvenuta Laura Rizzoglio, parlaci un po' di te. Chi sei? Cosa fai nella vita?
Nella vita sono un'impiegata commerciale in una ditta enomeccanica, sono laureata in Lingua e letteratura tedesca e amo l'idea di sapere comunicare con una buona fetta dell'umanità. Sono mamma di due splendide creature alquanto impegnative e promoter dei loro sogni. Lettrice onnivora e scrittrice per passione.
Cos'è per te la scrittura?
Scrivere è catarsi da una vita a tratti stretta e soffocante, è immaginare e vivere centinaia di vite, un processo di creazione che può spaziare dal dilettantismo all'arte, ma sempre salutare e, per me, necessario.
Quanto è importante, nella vita, la compagnia di un buon libro?
Tanto. Leggere un buon libro è fonte di ispirazione nella vita di tutti i giorni, è come avere un buon amico, un insegnante che sa farti amare una materia e che ti prende per mano.
Parliamo del libro che hai pubblicato con NPS Edizioni: "La masca". Qual è la sua storia? Come è nata l'idea?
L'idea è nata in un attimo. Ho letto del concorso "Misteri d'Italia" e ho pensato alle streghe piemontesi, ai racconti di mia nonna Angiolina, alla sua vita difficile nel primo dopoguerra, ai luoghi in cui sono cresciuta e a un fatto di cronaca di cui mia madre mi parlava spesso quando ero ragazza, e nulla. La storia di Lia d'Ampardisòn ha preso vita e, sebbene, avessi solo pochi mesi a disposizione, non c'era modo di zittirla. Così ho deciso di darle voce e di inviarla.
C'è un personaggio, del libro (o più d'uno), a cui sei particolarmente affezionata?
Lorenzo e Laura, i gemelli protagonisti del libro, perché rappresentano me e mio figlio, il nostro rapporto; Angiolina, nella quale rivedo molto di mia nonna, e l'allegra brigata del Bricco, Massimo, Mauro e Alessandro, i miei amici di un tempo con i quali ho combinato più di una marachella.
"La masca" mette in scena magia e mistero, amicizia e avventura, ma anche un grande amore per il territorio. Quanto sei legata ai luoghi natii?
Moltissimo. Da ragazza ricordo di aver scritto molte poesie di fronte alla bellezza di quelle maestose colline variopinte, le distese di viti e i boschi, i profumi dell'erba e del fieno, le nevicate di un metro e gli slittini che sfrecciano veloci dai pendii ripidi, ogni cosa mi riporta indietro nel tempo. È un luogo veramente magico.
Ci consigli una lettura per l'autunno?
L'ombra del vento di Zafon, se nel mio libro respiri l'amore per le Langhe, nei libri di questo fantastico scrittore, vivi Barcellona.
Grazie per essere stata nostra ospite.