Intervista a Daniela Tresconi

22.04.2020

CONOSCIAMO L'AUTRICE DEL RACCONTO "IL PICCOLO FARO"

Benvenuta Daniela Tresconi,

Parlaci un po' di te. Chi sei? Cosa fai? E soprattutto dove vai?

Ligure, 55 anni, con un carattere a volte aspro come le rocce a strapiombo sul mare della mia Liguria ma con un cuore grande se c'è bisogno di dare una mano agli altri. Sono soprattutto una sognatrice tenace e testarda, perennemente in viaggio. Un viaggio mentale, di quelli che ti permettono di vedere orizzonti nuovi, di abbattere le barriere e i confini, di immaginare un mondo in cui le persone possano diventare migliori.

Vivo per stare in mezzo agli altri, mi potrei definire «una animale da branco». Solidale e generosa ma non stupida, se mi accorgo che qualcuno è in malafede può assolutamente dimenticarsi di me, non serbo rancore ma da quel momento quella persona mi diventerà completamente indifferente.

Dove vado? Avanti, sempre avanti ma pronta a bivi e deviazioni. Un ostacolo sul sentiero non deve necessariamente essere scavalcato, a volte è stato messo lì per invitarci a cambiare strada o a cambiare qualcosa di noi stessi.

Cos'è per te la scrittura?

Una parte del mio cuore e della mia mente, un modo per alleggerire gli affanni e per scaricare le emozioni. Qualcuno ha detto che si scrive in preda a un grande dolore o a una grande gioia, indubbiamente scrivere è spesso una necessità, ancora di più quando hai voglia di lanciare qualche messaggio e la scrittura ti soccorre. 

Uno scrittore si nasconde dietro le pagine di uno scritto e spera sempre che i lettori riescano a cogliere il suo messaggio nascosto tra le parole.

Hai un genere preferito o ti piace spaziare, sperimentare nuovi stili e nuovi generi?

Sono una scrittrice «giovane», non di età ma di esperienza, nel senso che sono solo tre anni che ho iniziato a pubblicare i miei testi. Spazio dal romanzo, al racconto, all'articolo per la stampa ma il mio comune denominatore è il legame con la mia terra, le sue leggende, i suoi misteri, la storia e le vicende di attualità. Ricerco, studio, condivido con altri questa mia passione e creo intrecci narrativi che mescolino insieme storia e fantasia. 

Non mi sento ancora pronta per sperimentare qualcosa di nuovo o diverso, mi piace scrivere nel modo in cui so scrivere ma chissà cosa avrà in serbo per me il futuro!!!

Parliamo del libro che hai pubblicato con NPS Edizioni: "Il piccolo faro e il delfino Blu". Qual è la sua storia? Come è nata l'idea?

Il Piccolo Faro è nato come racconto per un'antologia di beneficenza quando c'era stato il terremoto dell'Aquila, il tema era: il sogno. Ho immaginato di dare voce al piccolo faro rosso che si trova sulla passeggiata a mare della Spezia. Un faro piccolo, ben diverso dai grandi fari che tutti noi conosciamo e che si trovano all'ingresso dei porti. Ho immaginato che il mio protagonista serbasse un sogno nel suo cuore di metallo: quello di diventare un faro importante. Si sentiva inutile ed era molto triste ma una notte di tempesta scoprirà il suo vero valore.

Leggendolo, qualcuno mi ha chiesto di proporlo ai bambini delle scuole ed è stato un successo. Tutti si sono innamorati di quel piccolo faro e della sua storia, così grazie a Nps Edizioni è diventata una pubblicazione per bambini arricchita anche del nuovo racconto sul Delfino Blu.

Un libro per bambini. Ma, dicci un po', ti senti sempre anche tu un po' bambina? Quanto è importante sentirsi bambini, da grandi?

Io mi sento sempre una bambina non fosse altro per la voglia di vedere sempre il bello in tutto quello che mi circonda. Spesso dico che sulla torta del mio compleanno dovrei mettere solo una decina di candeline perché di fatto mi sento proprio così, come se avessi ancora tutta la vita davanti.

Purtroppo la vita ti mette sempre alla prova, è accaduto anche a me e tante volte, ma finché riesco a dare la precedenza alla mia visione del mondo con gli occhi di un fanciullo, sono convinta che tutto andrà bene.

Quali sono i valori di "Il piccolo faro e il delfino Blu"?

Tra le pagine dei due racconti i bambini possono scoprire i valori dell'amicizia, del rispetto dell'altro, dell'impegno necessario per raggiungere i propri obiettivi e l'amore e il rispetto per la natura, in questo caso il mare.

Se tu fossi un animale, cosa saresti? Perché?

Un bruco. Strano? Ho imparato fin da piccola che nessuno ti regala niente, che devi lavorare sodo e con onestà e prima o poi i risultati arriveranno.

Mi impegno con tutta me stessa come se fossi un piccolo bruco in ogni momento della mia vita, in ogni obiettivo e moltissime volte sono riuscita a diventare una colorata farfalla. Poi riparto, sempre, imparando dagli errori commessi. A volte gli altri ti invidiano quando sei farfalla ma dimenticano quanto sei stato bruco per arrivare fino al risultato.

Quali sono i tuoi prossimi progetti? Cosa bolle in pentola?

In questo momento mi sto dedicando moltissimo all'Ordinario, il magazine di cui è direttrice Romina Lombardi, amica e giornalista che stimo moltissimo. Sto scrivendo settimanalmente dei racconti d'appendice sulla mia esperienza di dipendente pubblico a contatto con cittadini, si chiamano #lestoriedellaportaaccanto. Sono racconti semi-seri che riportando fedelmente (ovviamente cambiando i nomi) aneddoti che mi sono accaduti nei miei lunghi anni di servizio. Si ride, ma tra le righe è possibile scoprire la nostra società e il modo di vivere e pensare dei cittadini di oggi. 

Quando avrò un bel numero di racconti, mi piacerebbe farli diventare una pubblicazione magari arricchita da vignette umoristiche. Spero di riuscirci.

Grazie per essere stata con noi.