I personaggi di "La masca"

08.02.2022

CONOSCIAMO I PROTAGONISTI DEL ROMANZO DI LAURA RIZZOGLIO

Lorenzo e Laura

Gemelli inseparabili, entrambi cocciuti e temerari. Insieme alla loro banda, cercheranno di stanare l'assassino che si aggira nelle campagne della borgata, affrontando i pericoli sempre mano nella mano, pronti a sacrificarsi l'uno per l'altra senza temere le conseguenze dei loro gesti a volte troppo avventati.

Lorenzo si issò con il piede destro, facendo leva su una fessura scrostata del muro, e si tirò su con tutta la forza delle sue piccole braccia fino a poggiare un ginocchio sulla cornice della finestra, senza curarsi dei vetri che gli ferirono le mani. Si sporse verso l'esterno. Poi si voltò verso Laura e le gridò: «Ce la possiamo fare! Mi lancio io per primo, ok? Quando ti chiamo, non esitare, va bene?»

Laura, inebetita dal caldo e dallo scoppiettio della brace, confermò con un cenno della testa. I suoi occhi lacrimavano, ogni cosa intorno a lei pareva confusa e minacciosa, il fumo cominciava a penetrarle il petto fino a farla tossire.

Lorenzo la guardò ancora una volta, per imprimersi bene ogni singolo tratto del suo volto nella mente: così simile al suo, ma allo stesso tempo anche molto differente, più gentile e forte. Più bello.

Angiolina

Orfana, adottata dai Camilìn, contrappone a una vita di dolori e sacrifici il proprio spirito indomito, mentre una passione incontenibile per la letteratura la aiuta a non soccombere al proprio destino, colmo di miseria e di brutture, e a cercare una via di fuga verso la felicità.

Non partecipava ai giochi improvvisati dai compagni, neanche cercava di interagire con le bambine che chiacchieravano e ridevano tra loro.

No.

Lei tirava fuori uno dei libri che la maestra le aveva portato, lo stirava bene con la manica del suo maglione sgualcito, lo apriva con la massima cura, facendo attenzione a non rovinare gli angoli ingialliti dei fogli, e cominciava a leggere. Ecco, in quell'esatto momento, sul suo viso stanco e abbrunito, si abbozzava un sorriso timido, fuggevole, mentre nei suoi occhi si accendeva una luce accecante, piena di vita.

Lia d'Ampardisòn

L'anziana tacciata da tutta la borgata di essere una masca, esclusa dalla comunità e costretta a vivere in una stamberga in fondo alla valle, non cerca né comprensione né aiuto. Con il volto segnato dal duro lavoro, le mani ossute e un bastone a sorreggerla, occupa quasi con orgoglio il proprio sgabello durante le funzioni religiose, non dando adito alle maldicenze e agli sguardi spaventati dei concittadini.

La si vedeva sempre seduta in fondo, nell'angolo destro, con stretto tra le mani un libercolo dalla rilegatura in pelle nera. La gente vociava che fosse uno dei Libri del Potere, quei testi zeppi di formule magiche e riti satanici dai quali la sua stirpe estrapolava da generazione incredibili doni "soprannaturali". 

Se ne stava spesso in silenzio a fissare un'immagine della Vergine Maria che teneva in braccio il suo bambino, con lo sguardo beato e rivolto all'infinito, mentre Gesù, sorridente, mostrava il proprio cuore trafitto dalle spini, come se la megera avesse voluto sfidarla a chi, tra le due, possedesse la fonte più autorevole per controllare la mente umana.


(materiale fornito dall'autore)